Realizzato il primo vaccino per combattere apocalisse delle api


    Un gruppo di ricercatori dell'Università di Helsinki, Finlandia ha sviluppato il primo vaccino al mondo per proteggere le api dalle malattie. Gli scienziati sperano di poter affrontare il drastico declino del numero di api prima che scoppi una crisi alimentare globale.

    Immagine - Le api sono vitali per la coltivazione del cibo a livello globale, in tutto il mondo contribuiscono a fecondare tre colture su quattro. Credits: Christofer BangImmagine - Le api sono vitali per la coltivazione del cibo a livello globale, in tutto il mondo contribuiscono a fecondare tre colture su quattro. Credits: Christofer Bang

     

    Le api sono vitali per la coltivazione del cibo a livello globale in quanto contribuiscono a fecondare tre colture su quattro in tutto il mondo, tali insetti infatti trasferiscono il polline da un fiore all'altro permettendo così l'impollinazione e la conseguente formazione dei frutti.

    Ma negli ultimi anni le popolazioni di api di tutto il mondo stanno morendo per la sindrome dello spopolamento degli alveari  "Colony Collapse Disorder", che potrebbe essere causato da acari, pesticidi, virus, funghi o una possibile combinazione di questi fattori.

    La ricerca condotta dall'ONU nel 2016 ha trovato che oltre il 40% degli impollinatori invertebrati, specialmente api e farfalle sono vicinissime all'estinzione.

    Lo studio ha anche scoperto che il 16,5% degli impollinatori vertebrati, come uccelli e pipistrelli, sono a rischio di estinzione.

    Gli scienziati avvertono che la scomparsa delle api si tradurrà in prezzi alimentari più elevati e il rischio di scarsità di cibo.

    Innovazione medica

    Il vaccino, sviluppato da un team di ricercatori presso l'Università di Helsinki in Finlandia, fornisce alle api la capacità di combattere le gravi malattie microbiche che possono essere fatali per le comunità di impollinatori.

    «Se siamo in grado di salvare anche una piccola parte della popolazione delle api con questa invenzione, penso che abbiamo fatto la nostra buona azione e salvato un po il mondo» scrive Dalial Freitak, ricercatrice che ha coordinato lo studio.

    «Anche un aumento del 2% o del 3% nella popolazione delle api sarebbe un risultato enorme» continua Freitak.

    Gli scienziati avevano sempre pensato che la vaccinazione degli insetti fosse una cosa impossibile poiché tali esseri viventi non possiedono anticorpi, uno dei meccanismi chiave che gli esseri umani e gli altri animali utilizzano per combattere le malattie.

    La svolta è avvenuta nel 2014 quando Freitak, specialista in insetti e immunologia, ha notato che alcune falene che si nutrono di alcuni batteri sono in grado di trasmettere l'immunità alla loro prole.

    «Tali insetti riuscivano a trasferire qualcosa mentre si nutrivano. Non sapevo ancora quale fosse il meccanismo» scrive Freitak.

    «Ho incontrato Heli Salmela, che stava lavorando sulle api e su una proteina chiamata vitellogenina. Ho sentito un suo discorso e ho pensato OK, posso fare una scommessa sul fatto che la proteina può trasmettere il mio segnale da una generazione ad un'altra».

    La coppia di ricercatori ha quindi iniziato a collaborare ed è riuscita a creare un vaccino contro la "peste americana" (american foulbrood, AFB), la più diffusa e distruttiva malattia delle api causata da un batterio, il Paenibacillus larvae.

    Il trattamento viene somministrato all'ape regina attraverso un granello di zucchero, modalità simile a quella utilizzata per vaccinare dalla poliomelite molti bambini. L'ape regina trasferisce l'immunità alla sua prole, in questo modo il vaccino si diffonde attraverso tutta la comunità delle api.

    Oltre a lavorare sui vaccini per combattere ulteriori malattie, il team ha anche iniziato a cercare di raccogliere fondi per rendere il vaccino disponibile in commercio, ottenendo riscontri "molto positivi", scrive Freitak.

    «Ci sono molti ostacoli normativi. Una stima dei tempi ottimistica va dai quattro ai cinque anni per raggiungere il mercato» continua Freitak.

    Crescita delle colture

    I ricercatori ritengono che le malattie non sono le uniche responsabili per la morte degli insetti impollinatori, infatti vi sono una serie di motivi che portano alla perdita degli impollinatori tra cui i pesticidi e l'agricoltura intensiva che riduce la diversità nutrizionale degli insetti.

    Ma il team ritiene che proteggere le popolazioni di api dalle malattie le renderà più forti e quindi maggiormente resistenti nei contronti di altre minacce.

    I rappresentanti dell'Unione europea e del Canada hanno votato per vietare l'uso di insetticidi basati su neonicotinoidi dopo che diversi studi hanno dimostrato che le sostanze di tali composti chimici hanno danneggiato la capacità di riproduzione delle api.

    La ricerca ONU del 2016 ha stimato che il cibo coltivato ogni anno che si basa direttamente su impollinatori ha un valore fino a 511 miliardi di euro.

    Lo studio ONU riporta che il volume di prodotti alimentari che dipende dagli impollinatori è salito del 300% nell'ultimo mezzo secolo.

    Mentre i numeri degli impollinatori sono diminuiti, alcuni coltivatori hanno iniziato ad affittare le api o in alcune parti della Cina ad impollinare a mano gli alberi da frutto per sostituire i processi che la natura ha fornito gratis.

    A Helsinki il progetto inizialmente si basava su finanziamenti esterni, ma il team ha ora assunto un incarico più stabile presso l'Università di Graz in Austria, ulteriori ricerche sulle vaccinazioni partiranno all'inizio del 2019.

    Graz è anche la sede del noto zoologo Karl von Frisch, il ricercatore scoprì che le api comunicano tra loro attraverso una danza in cui eseguono una figura a forma di otto, scoperta che gli valse il premio Nobel per la medicina nel 1973.

     

    Articolo pubblicato sulla rivista Plos Pathogens:

    Transfer of Immunity from Mother to Offspring Is Mediated via Egg-Yolk Protein Vitellogenin