I materiali migliori (e i peggiori) per realizzare mascherine protettive


    Quale mascherina protettiva è più efficace nel contrastare l’infezione da coronavirus? Quali sono i materiali migliori per le mascherine fatte in casa?

    Un nuovo studio ha messo a confronto diversi materiali per scoprire i materiali migliori e anche quelli peggiori quando si pensa alla realizzazione di mascherine fatte in casa.


    Mascherine fatte in casa - Credits: PSNS & IMF/Flickr«...una mascherina protettiva non può ridurre a zero il rischio di contrarre il virus. Non andare in un bar e pensare di restarci per quattro ore pensando di essere al sicuro solo perchè indossi una mascherina protettiva. Cerca di restare a casa il più possibile, lava le tue mani spesso, indossa una mascherina quando esci e non toccare il tuo viso» scrive Amanda Wilson. Credits: PSNS & IMF/Flickr)

     

    Mentre da una parte la ricerca ha dimostrato che le mascherine sono efficaci nel ridurre la diffusione di COVID-19, d'altra parte non tutte le mascherine o i materiali utilizzati per la realizzazione di tali mascherine sono ugualmente efficaci, secondo i risultati di un nuovo studio condotto recentemente.

    In uno studio, pubblicato sulla rivista Journal of Hospital Infection, i ricercatori hanno valutato la capacità di protezione dalle infezioni di una persona provando in laboratorio molteplici materiali non tradizionali.

    I test hanno valutato la capacità protettiva dei materiali sia dopo un'esposizione della durata di 30 secondi sia dopo una esposizione della durata di 20 minuti in un ambiente altamente contaminato.

    I ricercatori hanno confrontato due possibili casi: un soggetto che indossa una mascherina protettiva e un soggetto che non indossa alcuna protezione durante le esposizioni al virus della durata di 20 minuti e di 30 secondi. Gli scienziati hanno scoperto che i rischi di infezione si riducevano del 24-94% o del 44-99% a seconda della mascherina e della durata dell'esposizione al virus. La riduzione del rischio è diminuita all'aumentare della durata dell'esposizione.

    Mascherine, quali sono le migliori (e le peggiori)?

    «Le maschere di tipo N99, sono ancora le più efficienti nel filtrare le particelle sospese nell'aria rispetto alle maschere N95. Le maschere N99 sono, ovviamente, una delle migliori opzioni per bloccare il virus poiché possono ridurre il rischio medio del 94-99% per esposizioni sia di 20 minuti sia di 30 secondi. 
    Tuttavia, le maschere di tipo N99 possono risultare difficili da trovare, mentre ci sono considerazioni etiche da non sottovalutare come ad esempio lasciare tali maschere disponibili per i professionisti della salute» scrive Amanda Wilson primo autore dello studio e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della salute ambientale del Mel and Enid Zuckerman College of Public Health, University of Arizona, USA.

    Quali sono le altre opzioni migliori disponibili dopo le maschere N99?

    Le migliori opzioni subito dopo le maschere N99, secondo la ricerca, sono le N95 e le mascherine chirurgiche e, forse sorprendentemente, i filtri per gli aspirapolvere che possono essere inseriti nelle tasche dei filtri delle mascherine in tessuto. I filtri per gli aspirapolvere hanno ridotto il rischio di infezione dell'83% per un'esposizione della durata di 30 secondi e del 58% per un'esposizione della durata di 20 minuti.

    Tra gli altri materiali non tradizionali valutati positivamente dai ricercatori troviamo: strofinacci, tessuti in misto cotone e federe antimicrobiche. Tali materiali sono risultati essere i migliori per la protezione.

    I ricercatori hanno scoperto che le sciarpe hanno ridotto il rischio di infezione del 44% dopo un'esposizione di 30 secondi e del 24% dopo un'esposizione di 20 minuti. Sono state prese in considerazione anche le magliette di cotone (t-shirt) e la loro efficacia è quasi equivalente al non indossare alcuna mascherina protettiva.

    «Sapevamo che le maschere sono efficaci, ma volevamo sapere il loro grado di efficacia e confrontare i diversi effetti dei materiali sulla salute», continua Wilson, specializzata nella valutazione quantitativa del rischio microbico.

    Il tempo di esposizione è la chiave

    I ricercatori del gruppo coordinato dalla dott.ssa Wilson hanno raccolto i dati provenienti da diversi studi che valutavano l'efficacia delle mascherine protettive e hanno creato un modello computerizzato per simulare il rischio di infezione prendendo in considerazione vari fattori.


    «Una grande fattore di rischio è la durata dell'esposizione al virus di una persona. Abbiamo confrontato il rischio di infezione sia per la durata dell'esposizione al virus di 30 secondi sia per la durata dell'esposizione al virus di 20 minuti in un ambiente altamente contaminato», scrive Wilson.

    Quali sono le altre condizioni che incidono sul rischio di infezione?

    Altre condizioni che incidono sul rischio di infezione sono il numero di persone intorno a te e la loro distanza da te, prosegue Wilson.


    Anche la dimensione delle goccioline che trasportano il virus grazie agli starnuti, alla tosse o persino mentre si parla rappresenta un fattore molto importante.

    Goccioline più grandi e più pesanti cariche di virus resteranno nell'aria per un periodo di tempo inferiore rispetto a quelle più piccole e leggere. Questo è uno dei motivi per cui la distanza aiuta a ridurre l'esposizione.

    «Le dimensioni dell'aerosol possono anche essere influenzate dall'umidità», afferma Wilson. «Se l'aria è più secca, le goccioline diventano più piccole più velocemente. Se l'umidità è maggiore le goccioline resteranno di dimensioni maggiori per un periodo di tempo più lungo ricadendo a terra più velocemente. All'inizio potrebbe sembrare una cosa positiva, tuttavia le goccioline più grandi cadono comunque sulle superfici e gli oggetti diventano in questo modo un'altra potenziale via di esposizione».

    I risultati dello studio mostrano anche che più una persona trascorre del tempo in un ambiente in cui è presente il virus, meno efficace diventa una mascherina.

    In che modo le mascherine proteggono dal Covid-19?

    Le maschere proteggono chi le indossa e le altre persone in diversi modi. Secondo Wilson ci sono due "modi intuitivi" che filtrano gli aerosol più grandi: intercettazione meccanica e impatto inerziale.

    «Più sono dense le fibre di un materiale, migliore è il filtraggio. Ecco perché un numero maggiore di fili conduce a una maggiore efficacia. Ci vuole altro per bloccare il virus», scrive Wilson. «Ma alcune mascherine (come quelle di seta) hanno anche proprietà elettrostatiche che possono attrarre particelle più piccole e impedire anche a loro di passare attraverso la mascherina».

    Il modello sviluppato da Wilson e dai suoi colleghi include parametri come il tasso di inalazione, il volume di aria inalata nel tempo e la concentrazione di virus nell'aria.

    «Abbiamo raccolto molti dati di ricerca, li abbiamo inseriti in un modello matematico e li abbiamo collegati tra loro» prosegue Wilson.

    «Ad esempio, se sappiamo che i tassi di inalazione delle persone variano di così tanto e sappiamo che questo virus è presente nell'aria e questi materiali offrono così tanta efficienza in termini di filtrazione, che cosa significa tutto questo per il rischio di infezione? Ognuno è diverso, ad esempio la quantità di aria che respiriamo nel tempo cambia da persona a persona».

    Inoltre una mascherina dovrebbe aderire il più possibile ed essere posizionata sopra al naso, sempre più spesso invece si notano persone che quando non usano la mascherina la mettono sotto al naso o sotto al mento vanificando così qualsiasi protezione.


    «L'uso corretto delle mascherine è fondamentale», afferma Wilson. «Inoltre, ci siamo concentrati sulle mascherine che proteggono chi le indossa, ma sono molto importanti anche per proteggere gli altri intorno a noi se si è infetti. Se nell'aria c'è una minore quantità di virus, stiamo creando un ambiente meno contaminato intorno a noi. Come dimostra il nostro modello, la quantità di virus infettivo a cui si è esposti ha un grande impatto sul rischio di infezione e allo stesso tempo le mascherine possono proteggere tutti quanti noi».

    «Ciò non significa togliere la mascherina dopo 20 minuti», continua Wilson, «ma significa che una mascherina non può ridurre il rischio a zero. Non bisognerebbe andare in un bar e stare per quattro ore pensando di essere al sicuro poiché si indossa una mascherina. Restare a casa il più possibile, lavarsi spesso le mani, indossare una mascherina quando si va fuori casa e non toccarsi il ​​viso».