Le emissioni di CO2 diminuiscono globalmente


    Il legame tra la crescita economica e l'aumento delle emissioni di gas serra potrebbe essersi finalmente spezzato. La scorsa settimana un rapporto dell’agenzia internazionale dell’energia (IEA - International Energy Agency) ha mostrato che il livello delle emissioni di biossido di carbonio dovuto all'utilizzo dei combustibili fossili non è aumentato nel 2014: si tratta della prima volta che succede senza che ci sia stata una nuova recessione economica.

    Credit: Aristocrats-hat/flickrImmagine - Il valore delle emissioni dei gas immessi nell'atmosfera per la produzione di energia è rimasto invariato nel 2014. I dati riportati dall'agenzia internazionale dell'energia mostrano che le economie possono crescere anche riducendo le emissioni dovute ai combustibili fossili. Credit: Aristocrats-hat/flickr

    Dal 2005 la costruzione di impianti per la produzione di energia tramite il carbone è triplicata a livello globale mentre l'emissione di anidride carbonica è diminuita. Un'analisi effettuata dal team di ricercatori del CoalSwarm (progetto dell’Earth Island Institute) ha mostrato che a partire dal 2010 centinaia di progetti per realizzare impianti per la produzione di energia attraverso l'uso del carbone sono stati abbandonati o addirittura cancellati, con una media di due progetti abbandonati per ogni progetto completato.

    La quantità di energia prodotta bruciando il carbone è ancora in crescita, ma il tasso di incremento è sceso da un valore di picco del 6,9% a un valore del 2,7% nel 2013. "Non abbiamo ancora statistiche definitive, ma sembrerebbe che nel 2014 la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili come il vento abbia superato quella della produzione di energia da fonti fossili come il carbone," scrive Ted Nace, direttore del progetto CoalSwarm. "Il rallentamento dell'immissione nell’atmosfera della CO2 è in gran parte dovuto ad un rallentamento dell’energia prodotta mediante il carbone" continua Nace.

    Nel 2014, l’industria energetica mondiale ha immesso nell’atmosfera 32,3 miliardi di tonnellate di CO2, la stessa quantità del 2013 secondo quanto mostrato dai dati preliminari dell'Agenzia internazionale dell'energia. Tali dati sembrerebbero indicare che è possibile avere una crescita economica senza distruggere l’ambiente: l'economia globale è infatti cresciuta del 3%. "Per la prima volta, le emissioni di gas serra non seguono più la crescita economica," ha dichiarato il direttore degli studi economici dell’AIE, Fatih Birol. Tali affermazioni erano già state fatte in passato, in particolare dopo il 2012, quando le emissioni aumentarono solo dell’1,4% rispetto ad una crescita economica del 3,2%. Nel 2013 le emissioni sono aumentate del 2.5% con una crescita economica del 2,9%.

    Tali dati sono importanti tuttavia, l'anno scorso è stato un anno cruciale perché la differenza tra crescita economica ed emissioni di CO2 è stata ancora più grande. "Queste cifre mostrano che una crescita ecocompatibile è possibile" ha dichiarato il Segretario di Stato per l’energia e i cambiamenti climatici UK Edward Davey.

    La Cina, che consumava la metà del carbone mondiale, immetteva la maggior parte della CO2 nell’atmosfera. Il carbone ha guidato la sua crescita economica, ma nel 2014 l'utilizzo del carbone per la produzione di energia è diminuito dell’1,6 per cento mentre l’economia cinese è cresciuta del 7,3%. L’enorme numero di impianti alimentati a carbone della Cina sta attualmente lavorando solo al 54 per cento della propria capacità produttiva: il punto più basso in 35 anni, dichiara Ted Nace. "In Cina la capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili ha superato la capacità di produzione energetica da carbone sia nel 2013 sia nel 2014," scrive Nace. La Cina ha iniziato ha limitare l’uso del carbone sia per evitare lo smog (ogni anno muoiono a causa dello smog 670000 cinesi) sia per frenare le emissioni di CO2. Un freno all’utilizzo del carbone cinese per la produzione di energia fa parte dell'accordo bilaterale sui cambiamenti climatici firmato dagli Stati Uniti e dalla Cina lo scorso novembre.

    Tuttavia alcuni paesi stanno opponendo delle forti resistenze alla limitazione dell’uso del carbone per la produzione di energia. Turchia, Vietnam, Indonesia e Polonia stanno accumulando riserve di carbone per produrre energia. "Ciò che colpisce di più è quanto velocemente il business sul clima si è mostrato a sfavore del carbone a partire dal 2012," dice Nace. Gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno una capacità produttiva di energia elettrica da carbone inferiore del 22 per cento rispetto ad un decennio fa.

    Nonostante il cauto ottimismo c’è chi si mostra critico come Steve Cohen prof. all’Earth Institute della Columbia University che dichiara: “l’incremento dell’uso dei combustibili fossili come il petrolio sia in Cina sia in India porterà a un incremento delle emissioni di CO2 nel corso del 2015. Solo lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili competitive dal punto di vista economico potrà consolidare il trend positivo che vede diminuire l’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera.”

    Le centrali elettriche a carbone di tutto il mondo immetteranno nell’atmosfera i 4/5 della CO2 globale e sarà molto difficile restare al di sotto dell’obiettivo dei 2 °C del riscaldamento globale del pianeta. Secondo il prof. Myles Allenof del centro per lo studio dei cambiamenti ambientali dell'Università di Oxford le emissioni di CO2 dovranno diminuire del 2,5% ogni anno per raggiungere tale obiettivo.