L'ingegneria climatica per salvare le barriere coralline?


    Gli ecosistemi della barriera corallina sono considerati estremamente vulnerabili ai cambiamenti climatici a causa dell'aumento delle temperature superficiali dei mari e dell'acidificazione degli oceani dovuta a livelli sempre più elevati di anidride carbonica nell'atmosfera.

    Immagine - Coralli che hanno subito il fenomeno distruttivo dello sbiancamento (Credit: "coral" via Shutterstock).

    Peter Mumby prof. dell'Università del Queensland, USA sostiene che l'aumento della temperatura dei mari è una minaccia critica per le barriere coralline e l'ingegneria climatica potrebbe ridurre notevolmente il problema.

    Un ulteriore aumento delle temperature dei mari potrebbe aumentare lo stress subito dai coralli e rendere sempre più frequenti gli sbiancamenti di massa.

    Una tecnica di ingegneria climatica chiamata gestione della radiazione solare [Solar Radiation Management (SRM)], che consiste nell'iniettare nella stratosfera degli aerosol di dimensioni micrometriche, costituiti da solfati o altro materiale appositamente progettato, per riflettere nello spazio la radiazione incidente potrebbe contribuire a limitare l'aumento delle temperature superficiali del mare.

    "Riteniamo che i benefici della SRM insieme allo scenario standard di riduzione della CO2 sono dipendenti dalla sensibilità dei coralli ai cambiamenti di acidità dell'acqua di mare. Trovare una soluzione a questa sensibilità rimane una priorità chiave per la scienza" sostiene Mumby.

    I ricercatori della Queensland University insieme ai colleghi della Exter University, del Carnegie Institution for Science e del UK Hadley Centre hanno effettuato uno studio sul riscaldamento globale e l'acidificazione degli oceani dal punto di vista dei coralli. In tale studio vengono considerati sia un ipotetico scenario di applicazione della SRM sia la possibilità in futuro di ridurre massicciamente la CO2 (evenienza già presa in considerazione anche dall'Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) e i risultati sembrerebbero indicare che le barriere coralline potrebbero avere uno stato di salute migliore con le tecniche di ingegneria climatica nonostante la crescente acidificazione degli oceani.

    Il professor Peter Cox dell'Università di Exeter afferma che le barriere coralline dovranno affrontare una situazione terribile, indipendentemente da quanto gli esseri umani riusciranno a decarbonizzare l'economia.

    "In realtà non non c'è nessuna scelta diretta tra mitigazione convenzionale delle temperature e ingegneria del clima, tuttavia questo studio dimostra che se non si andrà oltre la mitigazione convenzionale delle emissioni di CO2 dovremo accettare come inevitabile la perdita di una grande percentuale delle barriere coralline mondiali" scrive Peter Cox.

    Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.