Verme gigante di 400 milioni di anni fa scoperto in Canada


    Una ricostruzione artistica dell’attacco di un esemplare di W. armstrongi a un pesce nelle acque del mare devoniano. Credit: James OrmistonImmagine 1 - Una ricostruzione artistica dell’attacco di un esemplare di W. armstrongi a un pesce nelle acque del mare devoniano. Credit: James Ormiston

    I ricercatori dell'Università di Bristol insieme ai colleghi dell’Università di Lund, Svezia e del Royal Ontario Museum, Canada hanno esaminato un antico fossile (consegnato al Museo a metà degli anni ‘90) scoprendo i resti di un gigantesco verme estinto (parente marino dei lombrichi e delle sanguisughe).

    I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

    La nuova specie è unica tra i vermi fossili e possiede le mascelle più grandi mai registrate in questo tipo di creatura, raggiungendo una lunghezza di oltre un centimetro e facilmente visibile ad occhio nudo.

     

    In genere, tali mandibole fossili misurano solo pochi millimetri e devono essere studiate utilizzando microscopi.

    Nonostante si conoscano soltanto le mandibole del verme preistorico, il confronto con le specie viventi suggerisce che questo animale possa aver raggiunto una lunghezza del corpo superiore a un metro.

     

    Questo valore è paragonabile a quello degli esemplari della specie ‘eunice gigante’, colloquialmente indicati come 'vermi Bobbit’, temibili predatori opportunistici che usano le loro potenti mascelle per catturare prede come pesci e cefalopodi (calamari e polpi) per trascinarli nelle loro tane.

    «Il gigantismo negli animali è un tratto seducente e importante dal punto di visto ecologico, solitamente associato a dei vantaggi e ad un fattore competitivo di predominio» scrive  Mats Eriksson principale autore dello studio della Lund University.

     

    L’olotipo del Websteroprion armstrongi. Credit: Luke ParryImage 2 - L’olotipo del Websteroprion armstrongi. Credit: Luke Parry

     

    «Tuttavia si tratta di un fenomeno riguardante i vermi marini non ancora compreso adeguatamente e non è mai stato dimostrato prima in una specie di fossile» prosegue il ricercatore.

     

    «La nuova specie viene illustrata come un caso unico di gigantismo dei policheti nel paleozoico, 400 milioni di anni fa» scrive il co-autore Luke Parry della scuola di scienze della terra dell’università di Bristol.

     

    «Inoltre il gigantismo nelle mascelle di questa specie di policheti è stato limitato ad un particolare clade evolutivo entro gli Eunicidi e si è evoluto molte volte» prosegue il ricercatore.

     

    I campioni vennero raccolti nel corso di un paio d'ore in un solo giorno nel giugno del 1994, quando Derek K Armstrong ricercatore dell’Ontario Geological Survey venne inviato a studiare un gruppo di rocce e alcuni fossili presso un’esposizione remota e temporanea in Ontario, Canada.

    I campioni di materiale prelevati dalla formazione geologica Kwataboahegan (risalente al periodo devoniano) vennero portati presso il Royal Ontario Museum rimanendo in magazzino fino a quando non destarono l’attenzione degli autori dello studio.

    una ricostruzione 3D delle parti della mascella di Websteroprion armstrongi tramite scansione TAC degli esemplari fossili. Credit: Luke ParryImmagine 3 - una ricostruzione 3D delle parti della mascella di Websteroprion armstrongi tramite scansione TAC degli esemplari fossili. Credit: Luke Parry

    «Questo è un ottimo esempio riguardante l'importanza di andare a guardare in zone lontane e inesplorate per trovare nuovi entusiasmanti oggetti, ma inoltre sottolinea l'importanza di analizzare le collezioni sottovalutate del Museo» scrive David Rudkin prof. presso il dipartimento di scienze della Terra dell’Università di Toronto e curatore del Royal Ontario Museum.

    La specie è stata nominata Websteroprion armstrongi in onore di Derek Armstrong (ricercatore che ha infatti raccolto lo straordinario materiale) e del bassista Alex Webster della band Death Metal Cannibal Corpse (musicista considerato un 'gigante' nel suonare il proprio strumento).

    «Si tratta del giusto riconoscimento poiché, accanto al nostro appetito per l’evoluzione e la paleontologia, tutti e tre gli autori hanno un profondo interesse per la musica e sono appassionati musicisti non professionisti» conclude Luke Parry.


    Riferimenti

    Earth’s oldest ‘Bobbit worm’ – gigantism in a Devonian eunicidan polychaete by Mats E. Eriksson, Luke A. Parry & David M. Rudkin in Scientific Reports http://www.nature.com/articles/srep43061