Diritti umani violati


    La storia dei malati di mente

    Più di 450 milioni di persone al mondo soffre di disturbi mentali, neurologici o comportamentali.

    L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il 10 Dicembre scorso, ha dedicato la giornata internazionale per i diritti umani alle persone affette da disturbi mentali.

    Nonostante esistano dei trattamenti efficaci contro questi disturbi, si tende a considerare i malati come inguaribili, senza speranza di "redenzione", non intelligenti o incapaci di prendere delle decisioni.

    Sono così stigmatizzati e allontanati dalla società e molto spesso anche maltrattati o abbandonati a loro stessi, senza cure o assistenza.

    Molti pazienti affetti da disturbi mentali sono chiusi in stanze come gabbie o legati a letto per un lungo periodo e senza contatti umani. Altri sono imbottiti di psicofarmaci ma senza adeguato supporto psicoterapeutico.

    Altri sono lasciati in condizioni igienico-sanitarie pessime a volte anche senza adeguato apporto di cibo.

    L'Oms ha raccolto le testimonianze di alcuni di questi malati o di loro familiari.

    Una malattia diversa dalle altre

    Il padre di un malato mentale che si è anche successivamente ammalato di cancro racconta come il trattamento nei due casi da parte del personale medico e paramedico è stato completamente diverso, molto irritato e duro nel primo caso, molto comprensivo nell'altro.

    Gli istituti psichiatrici dove i pazienti dovrebbero ricevere l'assistenza necessaria molto spesso sono peggio delle prigioni.

    Tre ragazze adolescenti che hanno provato a scappare dall'istituto sono state rinchiuse in una stanza sterile fredda e lasciate completamente nude per ben 12 ore.

    La storia di Sylvester

    Sylvester aveva 28 anni, sposato con due bambini, quando è entrato nella spirale della depressione.

    La sua vita gli sembrava una montagna russa di disperazione e spesso ha pensato al suicidio.

    Alla fine è stato ricoverato in ospedale.

    L'ospedale sembrava più una prigione che un luogo di cura.

    Le condizioni igienico sanitarie erano pessime, c'erano porte e finestre rotte e alcuni pazienti erano perfino lasciati nudi.

    E' stato isolato dalla società, emarginato e spesso vagava senza cibo, riparo e vestiti decenti.

    Lottare per amore dei figli

    Altra testimonianza toccante è quella di una madre di una paziente affetta da schizofrenia.

    Durante il suo sviluppo, la madre si è accorta della diversità della figlia, parlava da sola, non usciva perché pensava che la gente la minacciasse e spesso si rifiutava di mangiare perché pensava che la famiglia la avvelenasse.

    Alla fine è stata ricoverata dai genitori in una clinica.

    Fortunatamente hanno permesso alla famiglia di venirla a trovare quotidianamente ma spesso questo è impedito, fa parte del comportamento inumano riservato alle persone affette da queste patologie.

    Sostenere le famiglie dei malati

    Dal 1987 la madre della bimba è diventata direttore esecutivo del World Felloship for Schizophrenia and Allied Disorders, scopo dell'associazione è di informare in modo adeguato le famiglie sulle patologie mentali in modo che queste possano dare un sostegno psicologico saldo e ottimale ai loro parenti malati ed aiutarli nella guarigione.

    Ora ben 25 nazioni hanno organizzazioni di questo tipo.

    Le malattie mentali in Africa

    In alcuni paesi come l'Africa, la malattia mentale è considerata una specie d'evento magico e chi ne soffre come una sorta d'indemoniato.

    La gente affetta da disturbi mentali è addirittura considerata contagiosa e per questo allontanata o incatenata agli alberi.

    Altri sono picchiati per purgare lo spirito maligno attraverso la sofferenza fisica.

    L'associazione St. Camille in Africa, si occupa del recupero della gente affetta da disturbi mentali portandola via dai villaggi dove si trovano incatenati o in condizioni deplorevoli, si occupa di curarli e di reinserirli nella società.

    Ma chi lavora tra il personale dell'associazione dichiara che alla fine la situazione in Africa non è molto diversa da quella dei Paesi più sviluppati: lì i pazienti sono rinchiusi e imbottiti di farmaci e questo non è molto diverso dall'incatenarli ad una albero.

    Il punto di vista medico

    Infine, tra le testimonianze dell'Oms quest'anno è raccolta anche quella di uno psichiatra.

    Il medico esprime la sua ammirazione per i pazienti con disturbi mentali che hanno una resistenza inimmaginabile e lottano ogni giorno contro un male che viene dal cuore del nostro essere, il cervello e cercano di vivere una vita normale circondati da una società che li addita e li vede sempre con terrore e sospetto.

    Negli ospedali spesso non è capita la necessità di non privare i pazienti dei rapporti coi familiari, cosa importantissima per un pieno recupero.

    Molto spesso i medici si concentrano sulla patologia, dimenticandosi che quello che hanno davanti è una persona a tutti gli effetti proprio come loro.

    Le motivazioni vengono dai malati

    Alla fine dell'intervista è stato chiesto allo psichiatra i motivi che lo spingessero fare ancora questo lavoro e lui ha risposto che quello che lo spingeva a continuare era il sorriso e l'eccitamento che manifestavano i pazienti quando per la prima volta facevano la fila con il numerino in un supermercato.

    Sitografia

    WHO - World Health Organization - Mental Health www.who.int/en/features/2005/mental_health/en/index.html