L'abuso di alcol nuoce gravemente al cervello, ma non è mai troppo tardi per smettere di bere


    Eliminare i danni neurologici provocati dall'abuso di alcol è possibile: l'astinenza induce un miglioramento del metabolismo cellulare e una ripresa delle funzioni cognitive.

    Eliminare i danni neurologici provocati dall'abuso di alcol è possibile: l'astinenza induce un miglioramento del metabolismo cellulare e una ripresa delle funzioni cognitive.

    E' però importante smettere di bere il più presto possibile.

    Il miglioramento è correlato negativamente al periodo di abuso, è modesto, o addirittura assente, nei bevitori di lunga data.

    E' quanto emerge dallo studio di un gruppo di ricercatori tedeschi, inglesi, svizzeri e italiani che ha valutato i cambiamenti morfologici, metabolici e funzionali del cervello di alcolisti cronici.

    La situazione è stata fotografata al momento del reclutamento e dopo 6-7 settimane di astinenza.

    Le immagini sono state ottenute attraverso la spettroscopia protonica a risonanza magnetica, una tecnologia sofisticata che consente di ottenere sia informazioni anatomo-strutturali, con una risoluzione spaziale dell'ordine dei decimi di millimetro, sia analisi morfo-funzionali a livello molecolare.

    Dopo un periodo di astinenza inferiore a due mesi, le immagini hanno restituito una situazione in netto miglioramento.

    E' stato osservato un incremento dei livelli di alcuni metaboliti nel cervelletto e nell'area frontale del cervello, tra questi la colina e l'acetilaspartato e un aumento di circa il 2% del volume cerebrale, evidente soprattutto nell'area frontale.

    Questi risultati si sono accompagnati a un miglioramento delle abilità cognitive dei soggetti, valutate in termini di attenzione e concentrazione attraverso i test neuropsicologici.

    I metaboliti dosati sono gli indicatori dello stato di salute delle cellule: la colina è una componente essenziale delle membrane cellulari, l'acetilaspartato è un indice dell'integrità dei neuroni.

    I risultati dello studio sembrano suggerire che l'incremento dei livelli di colina è correlato all'aumento del volume cerebrale, mentre l'incremento di acetilaspartato è correlato al recupero delle abilità cognitive.

    Questi risultati hanno spinto i ricercatori ad ipotizzare che il recupero delle funzioni cerebrali potrebbe riflettere non solo una reidratazione delle cellule nervose, ma una vera e propria rigenerazione del tessuto nervoso.

    Questo studio è uno dei primi ad integrare i dati anatomici e funzionali dopo un periodo breve di astinenza, in alcolisti dove ancora sono assenti complicanze da dipendenza.

    L'alcol brucia le aree del cervello che definiscono la personalità

    [inline: 1= Immagine - 1 - Aree cerebrali vulnerabili all'abuso di alcol] Immagine - 1 - Aree cerebrali vulnerabili all'abuso di alcol © Oscar-Berman M e Marinlovic K

    L'alcol produce un'azione tossica sulle cellule nervose: le disidrata, modificando la fluidità e la permeabilità delle membrane cellulari e ne riduce la densità.

    Due ricerche pubblicate sulla rivista Alcoholism Clinical and Experimental Research rivelano che le vittime principali sono i neuroni e le cellule gliali della corteccia orbitofrontale e dell'ippocampo.

    La corteccia frontale costituisce un terzo dell'intera superficie cerebrale.

    La regione più anteriore è chiamata corteccia prefrontale ed è la struttura dove hanno sede le funzioni più complesse, come ad esempio la pianificazione dei comportamenti sociali e i meccanismi di gratificazione e punizione.

    A sua volta, la corteccia prefrontale è composta da diverse aree, tra cui la corteccia orbitofrontale.

    La corteccia orbitofrontale è coinvolta nei processi decisionali, emozionali e motivazionali che permettono l'adattamento alle situazioni nuove.

    L'ippocampo è la regione dell'apprendimento e della memoria, è la sede in cui si formano i ricordi.

    I risultati dei due studi dimostrano che la perdita progressiva dei neuroni è tanto più pronunciata quanto più lungo è il periodo di abuso, mentre la perdita delle cellule gliali è un evento precoce, indipendente dal periodo di dipendenza, potrebbe essere un fattore predisponente la riduzione dei neuroni (visto che le cellule gliali ne coordinano le molteplici attività) e quindi potrebbe rendere vulnerabili i soggetti prima ancora che diventino alcolisti.

    La perturbazione di questo connubio sfocia in comportamenti impulsivo-compulsivi che compromettono la socialità degli individui.

    La riduzione del volume dell'ippocampo nei forti bevitori spiegherebbe l'alterazione della memoria e delle capacità cognitive.

    Ancora non è chiaro se questi eventi siano reversibili, è difficile valutare gli effetti dell'alcol in altre aree cerebrali a causa dell'elevato numero di connessioni nervose dell'ippocampo, inoltre sono necessari ulteriori studi per allargare il consenso.

    In viaggio con l'alcol

    [inline: 2= Immagine - 2 - Percorso dell'alcol attraverso l'organismo] Immagine - 2 - Percorso dell'alcol attraverso l'organismo © A Paton

    Il viaggio dell'alcol attraverso l'organismo comincia dallo stomaco, dove è assorbito lentamente e continua nell'intestino, dove l'assorbimento è più rapido.

    L'alcol è una piccola molecola idrosolubile: la maggior parte dei tessuti dell'organismo, tra cui il cuore, il cervello, i muscoli, viene esposta alle stesse concentrazioni presenti nel sangue.

    Fa eccezione il fegato, dove la concentrazione di alcol è superiore perchè arriva direttamente dallo stomaco e dall'intestino attraverso la vena porta.

    La concentrazione di alcol nel sangue dipende da diversi fattori: sesso, mole dell'individuo, fase del ciclo mestruale (è maggiore durante la fase premestruale e l'ovulazione), tipo di bevanda, precedenti bevute, contemporanea assunzione di cibo o di farmaci che ne aumentano l'assorbimento.

    Assunto a stomaco vuoto, l'alcol raggiunge una concentrazione massima dopo un'ora.

    E' nota la minore resistenza all'alcol da parte delle donne dovuta a un ridotto volume del sistema circolatorio femminile e a bassi livelli di alcol deidrogenasi, l'enzima che metabolizza l'alcol prima che questo sia assorbito.

    Il consumo di alcol da parte dei forti bevitori rappresenta un carico metabolico imponente: bere mezza bottiglia di whisky equivale ad ingerire 500 g di aspirina oppure 1.2 kg di antibiotico.

    Un lavoro metabolico eccessivo che provoca gravi danni al fegato e ai reni.

    Si assume alcol per provare piacere, per essere euforici, per avere un comportamento disinibito.

    Tuttavia, queste sensazioni di eccitazione sono fulminee, scompaiono in poco tempo, lasciando prevalere situazioni spiacevoli, che possono arrivare fino a comportamenti aggressivi, alterazioni del linguaggio, instabilità, perdita di coscienza.

    Tra i giovani italiani si sta diffondendo un comportamento da tempo presente nei Paesi del Nord Europa, il binge drinking, cioè l'abitudine a consumare quantità eccessive di alcol (6 o più bicchieri) in una sola occasione.

    Le stime che si leggono nell'ultimo rapporto ISTAT non sono per nulla confortanti: nell'Italia nord-occidentale, l'11.3% dei giovani di 11 anni si è ubriacata più di 12 volte nell'anno.

    Quando il consumo di alcol diventa abuso crea dipendenza: questa piccola molecola assume le sembianze di un killer che intossica l'organismo, generando conseguenze gravi per sé stessi e per gli altri, sbriciolando i legami familiari e i rapporti sociali.

    Ben altro viaggio merita di conoscere l'inquietudine dell'adolescenza.

    Bibliografia

    Bartsch AJ et al. Brain 2007; 130:36-47.

    Oscar-Berman M e Marinlovic K. Alcohol Research & Health 2003; 27(2):125-133.

    Miguel-Hidalgo JJ et al. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 2006; 30(11):1845-1855.

    Beresford TP et al. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 2006; 30(11):1866-1870.

    Paton A. British Medical Journal 2005; 330:85-87.

    Sitografia

    Alcoholism Clinical and Experimental Research www.blackwellpublishing.com/journal.asp?ref=0145-6008

    ISTAT - L'uso e l'abuso di alcol in Italia, Anno 2005 www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20060420_00/

    Associazione Alcolisti Anonimi www.alcolisti-anonimi.it/aa.htm

    National Institute of Health www.niaaa.nih.gov

    Health Line www.healthline.com Sito americano di facile accesso con numerose e dettagliate informazioni per il pubblico