Le bugie hanno le cellule in movimento


    Non è una bugia: sembrerebbe essersi scoperto che la macchina della verità esiste basta solo usarla!

    Fino ad ora, tale era il nome d'uso comune del poligrafo, guardato, peraltro, sempre con un certo scetticismo.

    Il poligrafo verifica se si sta affermando una verità o una menzogna sulla base della variazione del battito cardiaco, della pressione, della respirazione e della sudorazione: praticamente, misura lo stress di chi viene interrogato e, quindi, se ci trovasse di fronte ad un bugiardo "professionista", con una buona dose di sangue freddo, forse questi potrebbe cavarsela senza troppi problemi.

    [inline: 1= Immagine - 1 - cervello] Immagine - 1 - cervello

    Ora, è probabile che l'appellativo di macchina della verità diventi il secondo nome della risonanza magnetica.

    Tale analisi consente di mappare il sistema nervoso mentre elabora pensieri, ricordi, sensazioni, comandi motori.

    La risonanza magnetica funzionale fMRI, quindi, osserva l'attività  del cervello e quando si dicono delle bugie il cervello, per prima cosa, si vieta di affermare la verità e, poi, genera una versione alternativa dei fatti.

    A tali conclusioni sono giunti i ricercatori della Pennsylvania School of Medicine, guidati dal professor Daniel Langlebeden(vedi Immagine - 3), studiando l'attività cerebrale di 18 volontari mentre venivano sottoposti ad un test, ovvero ad una specie di interrogatorio, all'interno di una macchina per la risonanza magnetica.

    [inline: 2=Immagine - 2 - Risonanza Magnetica Funzionale del Cervello] Immagine - 2 - Risonanza Magnetica Funzionale del Cervello©Delft University of Technology, tudelft.nl

    Il problema fondamentale, però, è che per rispondere alle domande non bisogna usare la voce, bensì il solo pensiero, come se ci si trovasse di fronte ad un inquisitore telepatico: infatti, anche i più impercettibili movimenti della testa disturberebbero la scansione della macchina.

    Questa metodologia può andare bene per una sperimentazione, ma in sede di un vero e proprio giudizio riuscirebbe a rilevare la bugia della bugia, cioè che si sta pensando la verità invece della menzogna, in modo da apparire innocenti ed immuni da ogni attività  cerebrale sospetta?

    Credo sia un dubbio lecito, magari, chissà , venutomi in mente perchè il campo della menzogna non mi è del tutto sconosciuto, ma torniamo ai fatti, che è meglio, prima, magari, di ritrovarmi assoldata come "cavia" dentro una macchina per la risonanza magnetica.

    [inline: 3=Immagine - 3 - Daniel Langlebeden] Immagine - 3 - Daniel Langlebeden ©upenn.edu

    Durante l'esperimento, si è notato un chiaro aumento dell'attività  cerebrale quando si inizia a mentire: come se si iniziassero a mettere in moto delle armi segrete, dei macchinari nascosti tra l'innocente e naturale disposizione delle cellule del cervello.

    Insomma, per mentire ed essere credibili, bisogna saperlo fare e farlo bene, quindi la mente si deve attivare, accantonando il primo istinto, la sua naturale spinta a dire la verità e creare una realtà parallela.

    Qui, allora, si pone un'altra domanda, che esula dall'esperimento in sé, ma che guarda più direttamente alla psiche umana: siamo più portati e, in un certo senso, programmati a dire la verità , ad essere sinceri?

    E, poi, allora, non si potrebbe anche arrivare ad affermare che la bugia è capacità  di creare, di pensare, di attivare il cervello e, quindi, fantasia?

    O, forse, sarebbe una conclusione un po' paradossale e che nobilita decisamente troppo la disonestà ?

    Intanto, al di là  delle mie divagazioni da "bugiarda quando serve" (si dice sempre così, no?) non troppo pentita, negli Stati Uniti, sulla scia di questa scoperta, si sta pensando ad una rivoluzione dell'intero sistema forense, soprattutto per i casi di terrorismo, costruendo dei centri appositi nelle varie città .

    In Italia, il nostro sistema giudiziario, contrariamente a quanto avviene negli U.S.A., non ammette nemmeno il poligrafo come prova, ma, senza dubbio, al di là  delle sue eventuali applicazioni da parte di avvocati e magistrati, grazie ai ricercatori della Università  della Pennsylvania si sono potuti studiare i meccanismi della menzogna e capire ancor meglio il comportamento del nostro cervello anche in momenti, per così dire, di lavoro extra, richiesto non dalla natura, ma dalla situazione contingente.

    Un altro piccolo spiraglio su quell'universo poliedrico ed affascinante che ognuno di noi ha con sé fin dalla nascita.

    Per informazioni

    Daniel D. Langleben E-mail: langlebe AT mail DOT med DOT upenn DOT edu

    Warren B. Bilker E-mail: wbilker AT cceb DOT upenn DOT edu

    Kosha Ruparel E-mail: ruparel AT bbl DOT med DOT upenn DOT edu

    Anna Rose Childress E-mail: childress a AT mail DOT trc DOT upenn DOT edu

    Samantha I. Busch E-mail: busch s AT mail DOT trc DOT upenn DOT edu

    Ruben Gur E-mail: GUR AT BBL DOT MED DOT UPENN DOT EDU

    Sitografia

    Daniel D. Langleben, M.D. (Assistant Professor, Psychiatry) - University of Pennsylvania http://www.med.upenn.edu/apps/faculty/index.php/g332/p18754

    "Telling the truth from lie in individual subjects with fast event-related fMRI" - (Daniel D. Langleben, James Loughead, Warren B. Bilker, Kosha Ruparel, Anna Rose Childress, Samantha I. Busch, Ruben Gur) - University of Pennsylvania PDF file - 440 Kb http://repository.upenn.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1012&context=neuroethics_pubs

    Polygraph - From Wikipedia, the free encyclopedia http://en.wikipedia.org/wiki/Polygraph

    Pennsylvania University School of Medicine www.med.upenn.edu

    MRI Study Shows Lying Brains Look Different - Scientific American - 14 November 2001 www.sciam.com/article.cfm

    fMRI - Functional Magnetic Resonance Imaging - Columbia University www.fmri.org/fmri.htm