I grossi elefanti africani dall’olfatto sopraffino


    Tutti noi conosciamo bene gli elefanti per il loro grosso naso con il quale sono in grado di afferrare il cibo, spostare i rami e spruzzare l'acqua. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Genome Research, questi grandi mammiferi sarebbero anche campioni di olfatto. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Tokyo, Giappone ha scoperto che l’elefante africano appartenente alla specie Loxodonta africana possiede circa 2.000 recettori olfattivi per sentire gli odori.

    Immagine – Un esemplare femmina di elefante delle specie Loxodonta africana, Mikumi National Park, Tanzania. Credits: Muhammad Mahdi Karim, Wikipedia.

    Immagine – Un esemplare femmina di elefante delle specie Loxodonta africana, Mikumi National Park, Tanzania. Credits: Muhammad Mahdi Karim, Wikipedia.


    Le cellule olfattive si trovano nelle cavità nasali dei pachidermi vicino alla punta della proboscide. Altri animali ben noti per il loro olfatto sono i ratti che possiedono solo 1.200 geni per i recettori olfattivi, seguiti dai cani con circa 800 geni. Se passiamo all'uomo e agli altri primati, il numero di geni diminuisce ancora con appena un quinto dei geni olfattivi degli elefanti.

    I recettori olfattivi rilevano gli odori nell’ambiente e i loro geni costituiscono la più grande famiglia multigenica nei mammiferi. Il numero di geni olfattivi varia enormemente tra le specie e la variabilità è dovuta all’evoluzione genica, anche se non è ancora del tutto chiaro il motivo di queste enormi differenze.

    I ricercatori sostengono che nel corso dell’evoluzione dei mammiferi il gene originario dell'olfatto si sia duplicato negli elefanti. E l'ampio spettro olfattivo di questi animali spiegherebbe perché il loro comportamento sia influenzato dagli odori. Gli elefanti africani sono in grado di comunicare attraverso gli odori, riconoscono l’odore dei loro familiari e usano l’olfatto per distinguere due gruppi etnici kenioti, i Masai e i Kamba. I Masai sono cacciatori di elefanti mentre i Kamba, costituiti principalmente da contadini, non rappresentano un pericolo per gli animali.